Le tradizioni lussemburghesi partono sicuramente dall’ambito gastronomico, tutti i piatti tipici del Granducato derivano dalla tradizione popolare (non ci dimentichiamo che i vecchi lussemburghesi erano per lo più contadini). All’interno della gastronomia lussemburghese ci sono oltretutto moltissimi riferimenti alla cultura culinaria francese e tedesca; l’unica pecca di questa fantastica tradizione talvolta è l’impossibilità di trovare ingredienti particolari al di fuori del paese, considerato l’elevato quoziente tradizionale di tutta la gastronomia lussemburghese che gode di ottima stima nei suoi degustatori, specialmente autoctoni. Un piatto tipico della Valle della Mosella è la “Fritture de La Moselle” , una frittura di piccoli pesci di fiume (della Mosella appunto) condita con uova, limone e prezzemolo; altro secondo piatto interessante è invece il Pudding Nero, tipico dei paesi sassoni, rimane per lo più un piatto misterioso per noi italiani: è un misto di carni suine (testa, polmoni, rene e lingua) bollite e mescolate ad odori vari, pane e cipolle e sangue di maiale. Non molto invitante nella descrizione è però un piatto di carne dal sapore molto particolare!
Al di là delle tradizioni “mangerecce” lussemburghesi, sono molto interessanti le tradizionali storie popolari della regione europea. La sua storia millenaria ha dato vita a numerosissime leggende e storie terrificanti che ancora persistono nell’immaginario collettivo dei lussemburghesi. Tra le storie e leggende più famose ricordiamo: Melusina, la sirena di Lussemburgo, il fantasma di Stierchen, le streghe danzanti di Koerich e il licantropo di Bettemborug. La più antica di queste storie sembra essere quella dedicata a Melusina una giovane ragazza, moglie del conte Siegfried, colui che fondò la città. La storia narra del matrimonio tra i due e della promessa che il conte fece alla giovane: doveva lasciarla sola almeno una notte e un giorno al mese. Il conte fece come gli era stato chiesto, ma un giorno spinto dalla curiosità si mise a spiare dal buco della serratura della stanza in cui si era rinchiusa sua moglie. Spiando vide Melusina distesa nella vasca da bagno con una grandissima coda di pesce che aveva preso il posto delle sue gambe. La ragazza, con il sesto senso che accomunava tutte le sirene, si accorse del marito dietro la porta, si gettò dalla finestra e scomparve tra le onde del fiume Alzette.
Sempre dalle leggende popolari sorge uno degli eventi più caratteristici di tutto il Lussemburgo ovvero la Processione danzante di Echternach. La leggenda narra di un locale ladro di cavalli chiamato Veidt il quale fu condannato a morte per le sue malefatte. Gli fu chiesto l’ultimo desiderio prima di arrivare davanti al boia, così il ladro chiese di poter suonare il suo violino per l’ultima volta. Tutti, travolti dalla melodia di Veidt, iniziarono a cantare e a danzare tanto che il caos fu propizio al ladro per poter fuggire: non fu visto mai più. La storia popolare però si contrappone anche alla festa cristiana di San Willibrord, morto nel 739. Con la processione danzante si chiedeva assistenza al santo contro malattie psicotiche come l’epilessia oppure malattie più comuni nel periodo medioevale come la peste.
Per concludere il nostro piccolo percorso intorno alle tradizioni culturali lussemburghesi non possiamo omettere la valenza della cerimonia natalizia. Intorno alla fine di Novembre e agli inizi di dicembre esce allo scoperto l’ormai famosissimo Babbo Natale che nella lingua lussemburghese viene chiamato Klees'che. La leggenda lussemburghese narra che Klees'che, un ragazzo che amava moltissimo i bambini, con l’aiuto di Dio riportò in vita 3 bambini uccisi da un macellaio, il quale aveva intenzione di farne salsicce. Durante la notte del 5 dicembre, secondo la leggenda, Klees'che e il suo aiutante Hoùseker entrano nelle case e lasciano i doni ai bambini.
Il giorno del 6 dicembre, Klees'che arriva ufficialmente in città e dona caramelle e dolciumi a tutti i bambini in una caratteristica parata che percorre tutta la città.